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Tornato
Con il corpo sono qui, anche con il cuore, perché
è stato meraviglioso tornare dal deserto
e trovare l'affetto della mia famiglia, degli amici,
dei compagni di sport. Una parte della mia mente
è ancora lì, nel deserto egiziano,
dove ho vissuto una delle esperienze più
forti che abbia mai provato. Volevo farlo con tutte
le mie forze, anche quando pensavo che fosse un
sogno e che difficilmente avrebbe trovato realizzazione.
Volevo farlo quando ho capito che sarei riuscito
a partire e non ho mai avuto un momento di ripensamento,
di debolezza. La fiducia in Carla e in me stesso
mi ha sempre sostenuto. Mi sono preparato scrupolosamente,
mi sono allenato con costanza e dedizione per un
anno e mezzo. Ho cambiato regime alimentare, nel
tentativo di guadagnare peso da "spendere"
nel deserto. Sono andato incontro a questa prova
con un entusiasmo determinato. Non mi sono mai sentito
così in forma come nei giorni precedenti
alla partenza. L'unica inquietudine era l'ansia
dei miei cari. La partenza è stata magica,
avrei potuto camminare per ore, per giorni senza
mai stancarmi. Mi ha preso una sorta di euforia,
per esserci riuscito, per essere lì. La fiducia
in Carla non è mai stata intaccata dal benché
minimo dubbio, tanto che il giorno che il rifornimento
di acqua è stato un po' più laborioso
del solito, quasi non riuscivo a capire fino in
fondo le sue ansie.
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Ero sicuro
che mi avrebbe portato puntuale e dritto al punto
di rifornimento. Lei non sbaglia, la sua esperienza
la rende cauta e determinata. Ho dovuto invece misurarmi
con i miei limiti. I limiti di una persona che non
vede e che deve far conto su tutta una serie di
risorse alternative per poter affrontare il mondo.
Il momento più duro è stato questo.
L'evidenza: quando il vento mi ha portato via la
tenda che stavo montando. Mi sono sentito perso.
Incapace di correre a recuperarla, come stava facendo
Carla, incapace di far fronte alla situazione. L'unico
momento di sconforto, superato grazie alla collaborazione
della mia guida e di tutto il team. Il resto è
stato come un gioco magico: il mio corpo rispondeva,
le mie gambe mi sorreggevano e la mia mente correva.
Correva così veloce che ancora non sono riuscito
a riordinare tutti i pensieri e le sensazioni che
si sono susseguite nei giorni di cammino. Ci vuole
un po' per risvegliarsi da un sogno! Ci vuole coerenza
per poter raccontare tutto. Ci vuole tempo. Continuo
a ripetere a tutti che sono un uomo fortunato, a
dispetto di tutto. Avevo un sogno, grande, e l'ho
realizzato. Passata la sbornia del rientro so perfettamente
ciò che voglio raggiungere. Desidero far
capire a chi come è me la vita ha cercato
in qualche modo di "fermare" che è
possibile andare avanti che è possibile non
arrendersi. Costa fatica, impegno, risorse. Ma ne
vale la pena. Dal mio rientro dall'Egitto, ho cercato
di portare la mia testimonianza, soprattutto ai
giovani,di come sia importante credere e coltivare
i propri sogni tanto da arrivare a dire che sono
pazzamente innamorato della vita a dispetto di qualsivoglia
handicap. Parteciperò insieme a Carla alla
Minimaratona per disabili; sosterrò progetti
a favore dello sport e dei giovani atleti che, pur
colpiti nel fisico, hanno ancora voglia di misurarsi
con se stessi e con gli altri e poi vivrò
la mia vita di tutti i giorni, pensando al deserto
e ai suoi tramonti. Sì avete capito bene,
perché nel deserto ho "visto" l'alba,
il tramonto e le stelle. Bellissimi.
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